Mai indifferenti - Voci ebraiche per la pace

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«Sono un antropologo, ho fatto dell’osservare, partecipando, la mia missione. Così, faticosamente, sono stato prima tollerato e poi accolto in questi gruppi e ora sono per loro un volto familiare. Quando ho cominciato a raccogliere documenti su di loro tutti pensavano ai kahanisti come un piccolo gruppo stravagante e estremista, e probabilmente nel 2014 erano marginali anche per la destra. Molti non riuscivano a credere che i leader di un movimento considerato così marginale sarebbero così rapidamente arrivati al centro della scena, per quello comincio sempre a studiare dai margini......

Si definiscono razzisti, vogliono avere la supremazia ebraica nello Stato, una supremazia di destra nello Stato e vorrebbero vedere gli arabi eliminati, in un modo o nell’altro, o per lo meno non presenti nella terra di Israele e quando dicono la terra di Israele intendono il Grande Israele, l’Israele biblico, non l’Israele degli attuali confini. Ma quello che va dal Nilo all’Eufrate, costituito da tutto l’attuale Israele, i territori palestinesi, il Libano, gran parte della Siria, la Giordania e parte dell’Egitto. Vogliono contribuire ad una visione messianica, apocalittica, che raggiungerà la fine dei giorni. Molti dei giovani chiedono uno Stato guidato da un Re e governato da sinedrio, un sanhedrin (l’antico consiglio ebraico che aveva autorità religiosa e giuridica, ndr) sotto la legge della Torah. Questo è il risultato finale nella loro visione.» .....

Pochi giorni fa Ronen Bar, il capo dello Shin Bet (l’agenzia di sicurezza interna israeliana, ndr), ha condannato le azioni dei coloni estremisti definendoli «atti di terrorismo» e in una lettera a Netanyahu ha detto che le azioni dei “giovani delle colline” rappresentano una grande macchia per l’ebraismo. Che ne pensa?

«Concordo anche sulle virgole della lettera di Bar. Dovrebbe allarmarci che il capo dello Shin Bet ha ritenuto necessario scriverla e renderla pubblica, perché questa destra estrema nella mappa politica israeliana è sempre più radicale e dunque sempre più pericolosa per il nostro amato Paese. Penso di essere un uomo patriottico, sono al servizio della società israeliana e dello Stato, sono stato un ufficiale dell’esercito e ho combattuto tante guerre nelle unità speciali. Oggi sono anziano e scrivere di questa destra, di questi movimenti, è il mio modo di difendere il Paese. Perché considero il movimento kahanista una minaccia più grande delle minacce esterne. E credo lo abbia capito anche lo Shin Bet. Ecco il perché di quella lettera.»

Dall'intervista di Francesca Mannocchi a Idan Yaron, sociologo e antropologo sociale, specializzato nell’estrema destra in Israele, il quale ha trascorso gli ultimi dieci anni stringendo legami con i “giovani delle colline”, molti dei quali seguaci e discepoli di Meir Kahane.
[Da "La Stampa", 29/8/2024"]




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