Mai indifferenti - Voci ebraiche per la pace



«Chiediamo l’immediato riconoscimento di uno Stato palestinese da parte della comunità internazionale, in condizioni di sicurezza e di rispetto del diritto internazionale sia per i palestinesi che per gli israeliani.
Dopo le violenze a Gaza dell’ultimo anno e mezzo, seguite alla strage del 7 ottobre da parte di Hamas, che hanno visto sistematici crimini di guerra e contro l’umanità, pulizia etnica, e affamamento della popolazione palestinese da parte di Israele – violenze da più parti e legittimamente definite un genocidio -, condanniamo le azioni e l’oltranzismo cieco del governo israeliano.
Chiediamo una tregua urgente a Gaza, il rilascio degli ostaggi e l’avvio di negoziati di pace. La richiesta del riconoscimento di uno Stato palestinese è da noi rivolta in particolare al governo italiano, a cui pure chiediamo di cessare la fornitura di armi a Israele».
L'appello di un gruppo di intellettuali e militanti per la pace ebrei italiani, di fronte alla tragedia apparentemente senza fine di Gaza.
Tra i firmatari, gli storici Carlo Ginzburg e Anna Foa, lo scrittore Roberto Saviano, la scrittrice Helena Janeczek, il giornalista Gad Lerner, il saggista Stefano Levi Della Torre.







Mercoledì 30 luglio: presidio a Milano
lanciato da Mai indifferenti-voci ebraiche per la pace in via Moscova
Con la Comunità palestinese di Lombardia,Saalam ragazzi dell'olivo Milano, Sinistra Italiana,Circolo Dergano PD. Per dire ancora una volta NO al genocidio a Gaza e alla pulizia etnica in Cisgiordania.





Widad Tamimi: Così Netanyahu ha ferito l’identità del popolo ebraico
(da "Il Manifesto", 10 luglio 2025)




"Dall'economia di occupazione all'economia di genocidio"
il nuovo rapporto al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti umani e la questione della Palestina di Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, tradotto da Bocchescucite

Il rapporto esamina molti aspetti economici dell'occupazione dei territori palestinesi, citando i rapporti con operatori economici, università e aziende che traggono profitti dall'occupazione e dal genocidio di Gaza.




MARTEDI' 27 MAGGIO anche a Milano è stata una AZIONE DI PROTESTA INTERNAZIONALE in dodici città europee, promossa da cittadini israeliani per chiedere l'embargo delle armi verso Israele.

Business as usual: “fare affari come sempre” o “andare avanti come se niente fosse”.
Riportiamo le parole del comunicato delle realtà promotrici: “Israelis for Peace” e “Israeli Citizens for International Pressure” insieme a cittadinə israelianə che vivono in Europa:
- Come cittadinə israelianə che vivono in Europa, osserviamo con il cuore spezzato e rabbia infinita come l'esercito israeliano stia perpetrando una distruzione senza precedenti sulla Striscia di Gaza e sul suo popolo, come la società israeliana si stia deteriorando nel fascismo e nella disumanizzazione diffusa e come il nostro governo stia commettendo un genocidio finalizzato alla distruzione della collettività palestinese.
Sollecitiamo i governi, le istituzioni e la società civile europei ad agire secondo i valori che affermano di sostenere: diritti umani, diritto internazionale e protezione della vita civile.
L'Unione Europea e i suoi Stati membri devono sospendere l'accordo di associazione con Israele in base all'articolo 2 dell'accordo stesso, che sancisce i diritti umani e i valori democratici.
I Paesi europei devono fermare tutte le esportazioni di armi verso Israele, che vengono utilizzate per crimini contro l'umanità.
Le parole di preoccupazione non sono più sufficienti!
Quando il diritto internazionale viene violato così apertamente, quando intere comunità vengono sfollate e affamate, quando l'uccisione di civili viene giustificata sotto la bandiera dell'autodifesa, dobbiamo rispondere con un'azione di principio.
Il “business as usual” con Israele rende l'Europa complice del crimine.



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